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Non c'è miglior tassa, per un politico, di quella da far
pagare a chi poi non avrà la
possibilità di votare per qualcun altro. Per esempio, gli
stranieri.
È così che i cristiano-sociali della Csu, il partito bavarese
gemello della Cdu
del cancelliere Angela Merkel, hanno pensato che il pesante costo
per mettere
riparo allo stato disdicevole di strade, autostrade e ponti di
Germania sia
meglio farlo pagare agli automobilisti che vengono dall'estero. Con
un adesivo
da attaccare sul parabrezza, come quelli già in uso in Svizzera e
in Austria,
del costo massimo di 100 euro. La tassa ricadrebbe anche sugli
automobilisti
tedeschi, ma a questi verrebbe poi scalata dalla tassa di
circolazione. Gli
unici a pagare, insomma, resterebbero gli stranieri, facendo
quadrare il
cerchio di investire nella manutenzione della rete stradale,
vittima, come
ammettono molti economisti tedeschi, della politica di austerità
fiscale che ha
portato al pareggio di bilancio, e al tempo stesso di rispettare la
promessa
elettorale di Cdu/Csu di non aumentare le tasse. Tanto meno
sull'automobile,
una vacca sacra per l'elettore tedesco.
Il leader della Csu, Horst Seehofer, ha fatto addirittura della
«tassa sugli
automobilisti stranieri» una condizione per partecipare alla
coalizione di
governo che si sta formando. E, nonostante in campagna elettorale
la proposta
avesse incontrato l'opposizione non solo dei socialdemocratici
della Spd (che
si preparano ad andare al potere insieme all'unione democristiana),
ma anche
della stessa signora Merkel, si è detto sempre convinto che sarebbe
riuscito a
farla passare «contro Berlino e contro Bruxelles». Una frase che
suona bene in
Baviera e che serve anche a dare quella sfumatura populista e
anti-europea che
non guasta, quando la principale minaccia ai consensi della Csu
(che nel suo
Land ha ottenuto la maggioranza assoluta) viene dagli euroscettici
di
Alternative fuer Deutschland.
Neppure la Commissione europea sembra del tutto contraria, se il
commissario ai
Trasporti Siim Kallas ha messo per iscritto che la tassa «non è
discriminatoria
sulla base della nazionalità», visto che anche i cittadini tedeschi
la
pagherebbero (anche se poi gli verrebbe rimborsata).
L'unico problema del piano della Csu è che i conti non tornano. La
rete
autostradale tedesca si snoda su 13mila chilometri, quella stradale
su 40mila.
Il Governo federale stima di dover investire 7 miliardi di euro
entro il 2017
per una manutenzione che negli ultimi vent'anni è stata
deplorevolmente
trascurata. Ma gli automobilisti stranieri, secondo l'Adac
(l'automobile club
di Germania), non rappresentano che il 5% del traffico sulle strade
tedesche e
la tassa raccoglierebbe al massimo 262 milioni di euro l'anno. Solo
tassando
anche i 40 milioni di auto registrate in Germania si arriverebbe a
4 miliardi
di euro l'anno. Di fatto, gli automobilisti tedeschi pagano già
alle casse
federali 53 miliardi di euro l'anno, fra tasse di circolazione,
accise sulla benzina
e Iva, ma solo un terzo è destinato alle infrastrutture dei
trasporti.
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