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Sforbiciata per l’autotrasporto ma il budget diventa strutturale
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Meno risorse, ma certe e garantite in
modo strutturale. In tempi di spending
review, l’autotrasporto mette a segno un altro risultato:
scendono a 250
milioni gli incentivi destinati a imprese e padroncini, ma il testo
della
manovra bollinato dal Quirinale - ora in attesa di affrontare
l’iter
parlamentare - rende tali risorse strutturali «a partire dal 2015».
Plaudono
Anita (l'associazione dei vettori aderenti a Confindustria), e
Paolo Uggè,
vicepresidente di Confcommercio e presidente di Fai–Conftrasporto,
ma la vera
sfida – ora più che mai, a fronte di risorse certe – si gioca sul
lungo termine:
la capacità di costruire una politica industriale seria, il
traguardo mancato
degli ultimi 15 anni, nonostante più di 5 miliardi di incentivi
erogati (al
netto della riduzione delle accise sui carburanti).
Incassato il disco verde del Parlamento allaManovra, la
ripartizione dei 250
milioni sarà definita nei prossimi mesi con decreto: una quota non
inferiore al
20% andrà alle imprese per promuovere iniziative di
ristrutturazione e
aggregazione, mentre sulle altre voci Governo e associazioni
dovranno trovare
la quadra. Sulle modalità di gestione delle maxi-risorse erogate a
sostegno dei
Tir pesano ancora i rilievi della Corte dei conti in una relazione
di agosto,
relativa ai fondi 2012: 373,6 milioni, al netto della riduzione
delle accise
sui carburanti, pari a 1,6 miliardi.
I magistrati contabili puntano il dito contro la politica degli
aiuti a pioggia
e contro la dispersione delle risorse in spese correnti attraverso
le consuete
voci: sgravi sui contributi previdenziali e fiscali, credito
d’imposta per
spese sanitarie, rimborso dei pedaggi autostradali, ecobonus.
Secondo la Corte
dei conti, questo profilo di centralità della contribuzione alle
spese correnti
determina una «vulnerabilità di alcune misure sotto il profilo
della
compatibilità con il diritto comunitario». È il caso dell’ecobonus,
la modalità
per incentivare il trasferimento delle merci dalla strada verso le
cosiddette
vie del mare, oggetto di una indagine formale da parte della Ue,
con la
conseguente rinuncia da parte dell’Italia alla proroga.
Il j’accuse dei magistrati contabili si conclude con
l’invito a
riflettere sulla «reale utilità delle politiche di settore, in un
contesto in
cui la quota del trasporto su strada è pari all’86%, contro il 14%
del
trasporto merci su rotaia».
La stretta sulle risorse per all’autotrasporto è cominciata con la
legge di
stabilità 2014, che ha progressivamente ridotto a 300 i 400 milioni
destinati
tradizionalmente al settore. Le risorse sono poi state suddivise
tra: rimborso
di pedaggi autostradali, di spese non documentate, rimborso del
Servizio
sanitario nazionale sull’assicurazione, investimenti, corsi di
formazione e
Fondo di garanzia.
Il bando con i 15 milioni per gli investimenti è ancora aperto e
veicolato dal
decreto ministeriale 307 del 3 luglio 2014, pubblicato sulla
Gazzetta ufficiale
del 19 settembre. Si tratta di incentivi per le imprese di
autotrasporto merci
per l’acquisto di autoveicoli ecologici, rimorchi e semirimorchi. I
termini per
la presentazione delle domande si chiudono il 30
novembre.
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