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Mosca irrigidisce i controlli sui trasporti Tir
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A partire dal 14 agosto i nuovi obblighi causeranno
appesantimenti dei tempi e dei costi
per le imprese.
Bruxelles: scambi a rischio
Mosca non ha ascoltato l'appello del commissario Ue alla Fiscalità
Algirdas
Semeta e il 14 agosto passerà all'azione: non accetterà più, cioè,
i Carnet che
in base a una convenzione internazionale sottoscritta a Ginevra nel
1975 da 68
Paesi regolano il trasporto di merci su mezzi pesanti attraverso i
confini. È
la Convenzione Onu Tir (Transports Internationaux Routiers), sigla
che in
Italia è poi arrivata a indicare i grossi camion. L'irrigidimento
delle regole
imposto da Mosca - confermato ieri da una lettera del Servizio
federale delle
dogane - è una decisione destinata a complicare le procedure e di
conseguenza a
farne aumentare tempi e costi: a Bruxelles molti sono convinti che
si tratti di
una ritorsione seguita al reclamo della Russia avanzato dall'Unione
Europea
presso la Wto, l'Organizzazione mondiale del commercio, per
protestare contro
la tassa russa sulle auto importate.
Una misura, ora nota come "tassa sul riciclaggio", scattata
proprio
pochi giorni dopo l'ingresso di Mosca nella Wto, il 22 agosto
scorso, per
compensare il calo delle tariffe all'import richiesto dalle regole
Wto. Ma in
attesa dell'avvio di negoziati tra le parti, Bruxelles ha già
pronte altre
lamentele nei confronti delle pratiche commerciali russe: ora, con
la decisione
sui Tir, il fronte è destinato a scaldarsi ancor di più.
Attualmente la Convenzione consente ai trasportatori che esibiscono
il Carnet
Tir di viaggiare senza pagare dazi e subire controlli a ogni
passaggio di
confine, perché gli accertamenti vengono effettuati all'ufficio
doganale di
partenza e di arrivo, e il "marchio" Tir basta a garantire che
tutti
i pagamenti dovuti sono stati effettuati. Il garante è, per la
Russia,
l'associazione degli autotrasportatori internazionali (Asmap),
rappresentante
nel Paese dell'Unione internazionale degli autotrasportatori (Iru).
Ma secondo
il Servizio federale delle dogane, il lavoro compiuto dall'Asmap
non è più
affidabile, le frodi sul movimento delle merci sono in aumento e
nel 2012 hanno
arrecato un danno pari a 20 miliardi di rubli, 500 milioni di euro.
Dati che l'Associazione
Asmap e la Ue non condividono: ma intanto tra due settimane la
Russia potrebbe
esigere l'obbligo per i Tir di definire un itinerario preciso ed
essere
scortati alla destinazione finale, e per le compagnie che operano
il trasporto
quello di compilare e presentare un certificato che attesti
l'avvenuto
pagamento di dazi e imposte.
Obblighi che comportano un aumento dei costi per il business. Nella
lettera
scritta nei giorni scorsi ad Andrej Beljaninov, direttore del
Servizio delle
dogane russe, il commissario Semeta avvertiva: «Se le nuove misure
verranno
attuate come annunciato, il carico aggiuntivo comporterà gravi
rallentamenti
per i flussi commerciali tra Russia e Unione Europea».
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